La Storia
OASI > La Storia
LA CAVA DI SAN DANIELE DA DISCARICA A OASI NATURALE
Il Parco Naturale Oasi San Daniele si trova nella zona più settentrionale del comune di San Zenone degli Ezzelini, ai confini con i comuni di Borso del Grappa e Mussolente. L'area ha una estensione di circa 100.000 metri quadrati e si trova all'interno di una più vasta area vincolata. Prima dell'intervento dell'uomo la piana era attraversata da un sistema di modesti valloni, lambiti da corsi d'acqua e circondati da risorgive con bassi dossi e lievi elevazioni. Dagli anni '60 fino al 1984, l'area centrale dell'Oasi fu sfruttata come cava d'argilla che riforniva di materia prima la fornace Serena di Liedolo.
Tra gli anni '80 e '90 la cava è caduta in disuso. Nel 1997 si prospettava una grave minaccia: l'apertura nel sito di una discarica per rifiuti a gestione speciale di fanghi industriali, altamente tossici per l'ambiente.
L'area prima degli interventi di rinaturalizzazione
Grazie all'impegno delle amministrazioni comunali del territorio e all'opera di un comitato spontaneo di cittadini, dopo dieci anni di battaglie politico-legali, tale minaccia è stata definitivamente sventata e l'area trasformata nell'accogliente Oasi che potete visitare e vivere.
L'Oasi è un ambiente sensibile, ricco di biodiversità; la natura si sta lentamente appropriando di quello che l'uomo le aveva tolto. Gli studi e i monitoraggi che continuamente vengono effettuati assieme agli interventi di rinaturalizzazione, fanno emergere un aumento lento e continuo, della ricchezza di specie animali e vegetali.
Oggi l'Oasi, che si connota come area con finalità di protezione ed educazione ambientale è gestita da un attivo gruppo di volontari riuniti nell'Associazione "Oasi San Daniele" che ne cura la manutenzione e ne implementa le potenzialità (ricerca naturalistica, birdwatching, fotografia naturalistica, visite guidate per bambini e adulti).
Nella parte alta dell'Oasi c'è un grande prato piano, senza pericoli, sul quale si può passeggiare liberamente, al fianco di una zona pic-nic usabile per prendersi un momento per ristorarsi all'ombra degli alberi. C'è anche un vero e proprio bosco di pianura nel quale posiamo ammirare esemplari bellissimi dei principali alberi e cespugli autoctoni della pedemontana veneta.
Tra questi alcuni si fanno notare, come l'Acero campestre insieme ad altre specie interessanti come il Carpino bianco e il Nocciolo.
Nella parte più bassa invece una lunga passerella in legno ci permette di visitare la zona umida con una grande colonia di Giunco effuso e un'altra pianta acquatica, la Tifa "a foglie larghe".
La vera reginetta dell'Oasi è la più rara Tifa "a foglie strette" che lo sguardo attento del naturalista può distinguere qua e la, nascosta tra la distesa di piante delle altre specie.
Ma l'Oasi non è importante solo per le molte piante e fiori che ci vivono; essa è la casa di molti animali che la frequentano. Molto ci sarebbe da dire sugli uccelli acquatici, e non, e su tutti gli animali che vivono tra il fango, l'acqua o che popolano ogni anfratto dell'oasi.
La cosa migliore da fare è andare a fare due passi in Oasi per rendersi conto della sua effettiva vitalità, non avere fretta e avere la pazienza di usare tutti i sensi per fare parte della sua grande forma.
Questo piccolo ritaglio di verde, di fatto costituisce la comunicazione tra la Brenta e il Piave di un vero e proprio articolato parco di acque dolci alimentato dai serbatoi carsici del massiccio del Grappa.
Troverà nel tempo la sua vera espressione e, una volta terminati i progetti che la riguardano, diverrà uno dei maggiori poli di interesse per lo studio e la salvaguardia di tutta la Pedemontana.
.