Fauna
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Dalla Primavera all'Autunno si possono incontrare numerosi rettili: il colorato Ramarro, il veloce e furtivo Biacco, la Lucertola muraiola che popola numerosa anche la passerella in legno.
Ma sono soprattutto gli anfibi a caratterizzare questo ambiente: la minuscola Raganella, assunta a simbolo dell'Oasi, il Rospo comune, le Rane verdi che si tuffano numerose nell'acqua al nostro approssimarsi.
Tra i mammiferi è presente il Capriolo, la Volpe, il Tasso, mentre le trappole fotografiche hanno documentato, durante la notte, la presenza anche del Cinghiale e della Faina. Abili e appassionati fotografi hanno immortalato la sempre più rara e furtiva Donnola.
Ma sono gli uccelli quelli presenti sempre e ovunque: ai Germani reali, diventati ormai quasi domestici, si aggiungono spesso altre specie amanti dell'acqua, quali l'Airone cenerino e la Nitticora tra gli ardeidi, il Porciglione e la Gallinella d'acqua tra i rallidi. Spesso sono presenti rapaci, come la Poiana, lo Sparviere e in inverno la splendida Albanella reale. Due le specie di picchi facilmente contattabili: il chiassoso Picchio verde, ghiotto di formiche, e il Picchio rosso maggiore.
Indagine sulla erpetofauna
L'Oasi di San Daniele, riprendendo la precedente analisi del Prof. Tasca, è un biotopo di dimensioni modeste, ma presenta alcune caratteristiche di notevole importanza conservazionistica. La sua collocazione in una zona pedemontana permette a specie di natura prettamente boschiva o pratense di trovare un luogo mediano nella comunicazione tra i due ambienti. La zona umida al suo interno, che si articola con vari stagni, con forma, dimensione e vegetazione diversi, permette la distribuzione e la sopravvivenza di numerose specie acquatiche, anfibie e non.
La presenza di acqua in una fascia di alta pianura pedemontana è un evento non troppo comune in quanto, per la geologia delle nostre zone, l'acqua tende a percolare velocemente e disperdersi nei cunei sotterranei di ghiaia e roccia. Trovare una zona umida stabile nella presenza d'acqua, è quindi un fenomeno di notevole importanza, tanto più in una zona di corridoio naturale tra il bacino della Brenta, le sue zone umide, il Massiccio del Grappa e il bacino del Fiume Piave ad Est. Questo ruolo di importanza conservazionistica viene amplificato per le specie presenti nell'Oasi, in un'unione armonica di uccelli, mammiferi, anfibi e rettili. Molte delle specie considerate in questa zona non sono a rischio di estinzione e, anzi, vantano nel Veneto un buono stato di conservazione; non dobbiamo per questo dimenticare l'eccessiva e sempre più profonda radicazione del cemento e dell'edilizia, in generale, in zone rurali e cittadine.
uesto provoca un impoverimento di nicchie fondamentali per la conservazione della diversità biologica. In popolazioni isolate, infatti, anche secondo affermati studi di genetica di popolazione, le specie si rendono via via più deboli dopo generazioni e tendono ad avere una povertà genetica che porta alla loro facile scomparsa dal sistema naturale. In generale, nonostante le specie non siano minacciate non possiamo permettere, per questo motivo, che lo diventino lasciando che questo biotopo perda la sua naturale bellezza e importanza.
Come anticipato dal Prof. Tasca hanno una grande valenza ecologica le aree a Typha e Phragmites, presenti con estensioni molto significative per tutta l'area del biotopo, nel quale possiamo evidenziare anche altre piante acquatiche come l'Alisma plantago-aquatica (Mestolaccia acquatica), la Sagittaria latifolia (Sagittaria), il Cladium mariscus (Falasco) e il Butomus umbellatus (Giunco fiorito) ben presenti nei laghetti superiori.
Essendo questa una prima analisi non si può evidenziare una distribuzione degli areali delle specie evidenziate in seguito ma si può avere la certezza della loro presenza. Sono osservabili nei periodi riproduttivi e successivi i vari stadi di riproduzione e dell'embrione della maggior parte delle specie anure, stando a significare la loro buona stabilità e riproduttività all'interno dell'area.